Titolo: Little Star
Autore: »TomKaulitz«/TomiKaulitz
Rating: G
Avvisi: Fluff
Genere: Romantico
Beta Editor: sugar`
Desclaimers: I Tokio Hotel non mi appartengono questa storia è frutto della mia fantasia e non è a scopo di lucro.
Little Star
Ero tornato a casa dopo un lunghissimo pomeriggio rinchiuso nello studio di registrazione a provare le nuove canzoni del nuovo album. Sembrava sempre come se fosse la prima volta, sensazioni uniche ed emozioni che solo la musica mi faceva provare. Avevo fatto la doccia e coccolato un po’ mia moglie e i miei due gemelli: Dirk e Konny.
Erano da nati tre anni, prima di un concerto. Quando i genitori di Christabel mi avevano chiamato al cellulare dicendomi di correre velocemente in ospedale, mi ero preoccupato così tanto che non ci avevo pensato due secondi a prendere le chiavi della macchina e sparire fuori dal palazzetto per dirigermi all’ospedale. All’inizio avevo pensato che Chris avesse qualche problema con i gemelli che portava in grembo, ma quando ero arrivato i suoi genitori mi avevano detto solamente che entro qualche ora avrebbe partorito. Il mio cuore aveva preso a battere come un pazzo e le mani avevano cominciato a sudarmi.
Ero rimasto tre ore seduto sulla sedia ad aspettare come un cretino che mia moglie partorisse e l’ansia era alle stelle. La dottoressa poco prima del parto mi aveva chiesto se volevo far compagnia a mia moglie, ma quella aveva urlato da dentro alla stanza di non farmi entrare perché non sarei stato per niente utile. Aveva ragione: sarei svenuto alla sola vista del sangue e come minimo Christabel sarebbe stata capace di spezzarmi una mano. Ancora non ci credevo che i miei figli sarebbero nati, che io, Tom Kaulitz, sarei diventato padre. Ma tutte quelle paranoie erano svanite appena la dottoressa era uscita dalla stanza invitandomi ad entrare. Mi aveva fatto gli auguri e mi aveva detto che i miei figli erano bellissimi… Io non aveva saputo come rispondere se non con un sorriso smagliante.
Ero entrato lentamente nella stanza e avevo cercato con lo sguardo quello di mia moglie, che avevo trovato subito. I miei occhi si erano posati subito sui pargoletti che teneva in braccio. Era il momento più bello di tutta la mia vita. L’amore della mia vita con i miei due angeli. Mi ero seduto accanto a loro e avevo sussurrato quanto li amavo e li avevo baciati dolcemente tutti e tre.
- Sono… Dio, sono bellissimi amore mio, – le avevo mormorato sulle labbra prima di baciarla con quanto più amore possibile.
- Sì, Tomi. Come li chiamiamo? -
- Non lo so, piccola. Ti lascio scegliere. -
- Uhm… Konny e Dirk. I miei due fratelli gemelli si chiamavano così. -
- Va bene amore, Konny e Dirk siano. -
Mi aveva stampato un altro bacio sulle labbra e aveva appoggiato la testa sul mio petto guardando con amore e dolcezza i nostri bambini.
Ed era incredibile come fossero già passati tre anni da quel giorno.
Uscii nel balcone per fumarmi una sigaretta, la accesi e puntai lo sguardo verso il cielo che quella sera era più stellato del solito. Cominciai a rivangare vecchi ricordi, ad esempio di come fossi cambiato, di quanto fossi maturato e finalmente diventato uomo e… padre. Ancora mi faceva uno strano effetto essere chiamato così.
Le fan non l’avevano accettato molto facilmente, ma alla fine andava bene così. Se erano delle vere fan, avrebbero accettato la situazione e avrebbero continuato ad amare la musica che facevo. In fondo era la mia vita, non la loro.
Un pargolo biondo sbatté i piedini per terra mettendo su il broncio. Assomigliava terribilmente a Bill quando lo faceva. Ridacchiai e mi piegai sui talloni mettendo la sigaretta tra le labbra per non farla cadere e allargai le braccia. Il piccolo si avventò su di esse con gioia, mi circondò il collo e lo sollevai da terra mettendolo poi su un lato. Con il braccio libero afferrai la sigaretta dalla bocca e buttai la cenere oltre il balcone e girai la testa per buttare fuori il fumo. Non volevo che mio figlio si riempisse di nicotina.
- Tesoro, cosa ci fai ancora sveglio? Domani vai all’asilo! - sussurrai guardando le sue pozze color caramello. Stette in silenzio e appoggiò la testa contro il mio petto mettendo in bocca il pollice. Era un vizio che ancora non si era tolto.
- Konny? - lo chiamai baciandogli il capo.
- Papà… cosha ‘ono quelle coshe luminose in cielo? - Alzò la testolina e puntò il dito verso i puntini che illuminavano il cielo.
- Sono stelle, amore mio, – spiegai teneramente con un sorriso.
- Oh… E pecché shono così piccole? -
- Perché sono lontane da noi. -
- Sono belle peò, anche io diventelò come loro? -
Ridacchiai. Lui era già una stella. La più bella, la più luminosa che avessi mai visto.
- Tu sei già come loro, piccolo. Anche tuo fratello lo è. -
- E sono bello come loro, papà? -
- No, amore… Tu sei la più bella e la più luminosa che, insieme al tuo gemello, io e la mamma abbiamo mai visto. -
Gli occhi di Konny si annacquarono e vidi poi il suo piccolo visino tondo e paffuto nascondersi nel mio collo.
- Perché ti nascondi? - domandai ridacchiando.
- Pecché… Pecché… Non lo sho papà. So solo che sono le palole più belle che abbia mai sentito. Salò la tua piccola stella, per sempe? -
Stavo per rispondere quando qualcosa si aggrappò alla mia gamba. – Papà, papà, papà, - disse una vocina.
Abbassai lo sguardo e lo guardai scioccato. Cosa ci faceva lì per terra? – Dirk, cosa stai facendo per terra? - domandai buttando la parte restante della sigaretta per terra.
- Non mi plendi in baccio, - si lamentò togliendo le mani dalla mia gamba per alzare la testa e guardarmi negli occhi.
- Non ti avevo visto. – Mi piegai per terra e presi – con non poca difficoltà – anche lui, che si accoccolò immediatamente al mio petto.
- Papà, ‘ippondi? -
- Ah si, dicevo… Tu e Dirk sarete sempre le nostre stelle. Voi non splendete nel cielo, voi splendete nel nostro cuore. –
- Davveo papà? -
Lo guardai e gli diedi un bacio sulla fronte. – Sì, davvero piccoli miei. –
- Amore… -
Voltai la testa verso l’entrata e vidi l’amore della mia vita con indosso solo una magliettona delle mie, appoggiata contro lo stipite della porta e con un piccolo e tenerissimo sorriso sulla bocca.
- Ehi, piccola… Ti abbiamo svegliato? - chiesi preoccupato. Ultimamente dormiva poco ed era debole, e io non volevo essere anche la causa delle sue "non nottate di sonno".
- No, tranquillo. Mi sono alzata per un bicchiere d’acqua e vi ho visti qui. Vedo che neanche la sera riescono a starti lontani, – ridacchiò avvicinandosi per baciarmi a fior di labbra.
- Eh, non riescono a stare senza di me, - mi vantai con un ghigno.
Mi diede una pacca sulla spalla e poi si prese in braccio Dirk che era crollato. – Andiamo a nanna, Kaulitz. Se no comincerai a dare i numeri pure tu, e per questo già basta tuo fratello, - mi schernì prima di entrare.
Strabuzzai gli occhi stupito. – Papà, non dalle accolto. La mamma è scema, - disse Konny mettendosi il ditino sulle tempie mimando che era fuori di testa.
- Ecco, sono contento che non sono l’unico a pensarlo. -
- Guardate che vi ho sentito! - urlò la diretta interessata dal piano di sopra. Scoppiammo a ridere e rientrammo anche noi.
Entrai nella camera dei bambini e feci sdraiare Konny sul lettino del gemello. Non dormivano mai separati e io non potevo che vedermi in loro quando anche io da piccolo dormivo con mio fratello.
- Buonanotte piccolo, ci vediamo domani, - lo salutai stampando un bacio sulla fronte ad entrambi.
- 'Notte papà. Tu e la mamma siete le nostre stelle, insieme allo tio Bill, per sempe, - pigolò prima di addormentarsi definitivamente.
Sorrisi orgoglioso dei miei angeli e me ne andai in camera mia.
Le stelle più belle le avevo in casa, non avevo bisogno di guardare il cielo per vederle splendere.
Fine.
Note Finali dell'autrice: Non c'è niente da dire xD. L'ho fatta una sera che ero in vena di dolcezza e quindi è comparsa questa One Shot tenera tenera. Spero sia piaciuta anche a voi.
La os in alcune parti è da ricontrollare, e visto che qualcuna di voi ha adorato il banner (postato sulla pagina di FB), l'ho postata lo stesso. Appena avrò tempo e voglia, la correggerò. Quindi mi scuso per eventuali errori e ripetizioni.
