Mi scuso per il ritardo ma non ho avuto il computer! questo capitolo è corto...Il giorno del concerto arrivò; io ero abbastanza agitata. Il giorno prima mi ero messa d’accordo con Beth. Lei era senza dubbio contentissima; li avrebbe visti per la decima volta. Picchiarono al campanello: era lei. Scesi di corsa le scale, mi precipitai ad aprire.
- Ehi! – mi salutò
- Ciao!
- Pronta?
- Si abbastanza. Tu?
Non rispose ma mi fece un gesto con le mani; più o meno.
- Mamma!
- Arrivo.
Dopo poco arrivò mia madre e salutò Beth.
- Ragazze mi raccomando.
Uscimmo di casa. Prendemmo il bus e arrivammo dopo mezz’ora al palazzetto. Si iniziava ad intravedere un po’ di gente.
- Roby… l’unica cosa che dovrai fare è fidarti di me e seguirmi ovunque, ok? La prima fila sotto Tom deve essere nostra!! Io devo vedere Tom. Lui deve vedere me.
- Ok Beth. – annuii spaventata.
Arrivammo davanti al nostro cancello. Prima di noi c’erano una decina di ragazze. Iniziammo a parlare e a scambiare quattro chiacchiere.
- Non ti fidare di loro né di nessun’altro. Qui non siamo amici. – disse Beth, con tono da esperta.
- Perché?
- Tutti vogliono il primo posto; vogliono loro; se cadi non ti aiutano e se ti possono sorpassare lo fanno tranquillamente. Non so in Italia, ma qui è come l’inferno. Fidati! Non illuderti che si ricorderanno di te quando starai a terra stesa.
Rimasi abbastanza perplessa ma afferrai il concetto. Passarono 5 interminabili ore. Io avevo il numero 17. Pensai che era un numero sfortunato, ma mi rifiutai di essere superstiziosa, soprattutto quel giorno che avrei dovuto a tutti costi conquistare la prima fila. Finalmente aprirono i cancelli.
- Corri! Se mi perdi non fa niente. Ma tu corri!- disse Beth prima che ci dividemmo.
Iniziai a correre. Sentivo la gente spingermi, urlare, ma non mollai. Dovevo arrivare alla prima fila. Presi fiato e forza, raggiungendo la prima fila. Ero lì sotto di Tom. Iniziai a respirare a fatica; lo sforzo era stato davvero enorme. Scolai una bottiglietta d’acqua e mangiai qualcosa. Dopo due ore il concerto iniziò. L’atmosfera era favolosa; i quattro ragazzi si muovevano con disinvoltura e padronanza sul palco. Bill però mi era sembrato piuttosto cambiato. Non era più Bill, ma Wilhelm. Probabilmente mi stavo innamorando del ragazzo del parco. Ma forse era una gran stronzata. Non lo sapevo nemmeno io. Arrivò dalla nostra parte e ci salutò facendo un occhiolino dalla mia parte. Fortunata la ragazza alla quale era stato fatto. Una di fianco a me mi guardò.
- Ricorda che lui è MIO. –marcò l’ultima parola.
- Senza dubbio è tuo. Non te lo rubo mica! – esclamai e mi girai con la faccia abbastanza schifata.
Il concerto finì, troppo in fretta. Beth mi raggiunse.
- Ti è piaciuto? – mi chiese entusiasta.
- Si molto e a te?
- Tantissimo! Hai visto poi l’occhiolino di Bill? Tom era favoloso. Quel ragazzo mi ispira…
- Mmm risparmia le tue porcate! – le cacciai la lingua.
Tornammo a casa distrutte ma felici di aver visto i nostri idoli.
“Chissà Wilhelm cosa aveva da fare oggi?” pensai e mi addormentai con questo banale pensiero.
