~TokioHotel's Fan Fictions~

Prologo + Capitolo 1.

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TomiKaulitz
view post Posted on 25/4/2011, 14:26




Avviso: Il raiting rosso non sarà presente in tutto il corso della storia...All'inizio sarà anche abbastanza normale.

Ps: ve la copio tale e quale come è impostata negli altri forum, almeno se non vi ricordate qualcosa, potete ricontrollare^^


Titolo: Two Words: Los. Angeles. (Titolo provvisorio)
Autore: »TomKaulitz« (Forumcommunity)/ TomiKaulitz(ForumFreee)
Rating: R
Avvisi: Angst, Fluff, Mpreg, Lemon, Twincest - Not Related
Genere: Erotico, Romantico, Malinconico.
Desclaimers: I Tokio Hotel non mi appartengono, tutto ciò che c'è scritto è frutto della mia fantasia. Non ci guadagno nulla.
Riassunto: Era incredibile come un viaggio col tuo migliore amico potesse cambiare la vita. Stravolgerla a tal punto da non saper più nulla di te stesso.
Capitoli:


Grazie alla mia donnaH che non si accontenta mai, ma.. *la ama lo stesso * **



PROLOGO.


Era incredibile come un viaggio col tuo migliore amico potesse cambiare la vita. Stravolgerla a tal punto da non saper più nulla di te stesso.
Cosa succederebbe se odio e amore si mettessero in gioco nello stesso momento?





















Capitolo 1.






Finalmente erano arrivate le vacanze estive. Mare, sole, ragazze, feste, alcool. Cosa c’era di più bello?
Sarei partito con Andy, il mio migliore amico, per Los Angeles: la città dei miei sogni, per tre bellissimi mesi. Era da quando avevo dodici anni che desideravo andarci, ma non potevo permettermelo, e ora a diciannove anni con tutti i soldi che avevo messo da parte durante questi anni un viaggio così lungo e costoso potevo permettermelo eccome.
Alla faccia di chi diceva che quella città l’avrei solo vista in fotografia!
Mancavano ancora tre settimane al fatidico giorno, nel frattempo, però, cercavo di occupare il tempo a stare in giro e divertirmi qui a Berlino, anche se ormai era diventato tutto monotono.
Mamma voleva che andassi in Italia per due settimane per vedere gli zii prima di partire, ma da solo mi sarei rotto le palle quindi non avevo accettato. Quando aveva dato la notizia a Andy di un imminente viaggio in Italia, Andreas era corso a parlare con mamma per far sì che potesse venire in Italia con me anche se io non avevo nessuna intenzione di smuovermi da qui. Sarebbe stato ridicolo andare a Torino e non poter parlare perché né io né Andreas sapevamo l’italiano e alcuni zii –tranne quella in cui saremmo stati ospitati - si erano completamente dimenticati la loro lingua madre, quindi avrebbeo parlato italiano anche se il tedesco lo capivano, e io e Andy ci saremmo dovuti fare il culo per capire quello che dicevano loro.
-Tom hai intenzione di prendere l’aereo oppure vuoi continuare a fissare il vuoto ancora per molto? No, perché se no ci vado solo poi non so se ti piacerebbe sapere che mi prenderò le ragazze più belle e a te porterò lo scarto.-
Roteai gli occhi al cielo e alzai il medio facendolo ridere. – E a te non piacerebbe sapere però che noi avremo il coprifuoco, caro Andy- e sghignazzai come uno scemo vedendo la sua faccia impallidire e la sua bocca spalancarsi. -Avanti, andiamo. Non vorrai veramente perderti l’occasione di scopare con qualche italiana!- e risi vedendolo venire verso di me sconvolto. Prese posto sull’aereo e si maledì circa un centinaio di volte per aver insistito così tanto per andare in Italia. Non riusciva veramente a crederci a quello che gli avessi appena detto. Per fortuna Andy non mi aveva visto quando avevo fatto la sua stessa faccia qualche giorno fa dopo che mamma mi ebbe dato la notizia che zia Evelyn ci avrebbe dato il coprifuoco in modo che così non potessimo correre il rischio di metterci in qualche casino.
Era veramente un motivo in più per non andarci, ma ormai era troppo tardi per cambiare idea.
–E’ un’ingiustizia! Io voglio scopare. Sco-pa-re non stare a casa a guardare la tv alle undici di sera!-
-Sei tu che hai insistito per andare a Torino.- gli rinfacciai.
-Senti…Non pensavo che tua zia fosse così suora eh! Ma poi quanti anni ha?!-
-Trent’anni.- risposi ridendo della sua espressione.
-Ma stai scherzando? Così giovane e ci da il coprifuoco?!- si lamentò indignato.
Scrollai le spalle non sapendo che altro dirgli.
Gli zii che abitavano in Italia li avevo visti veramente poche volte, avevo tredici anni -forse- quando sono venuto a trovarli l’ultima volta. Poi ero un nipote che venivo palesemente ignorato, perché ero uno di quelli che abitava più lontano da tutti gli altri cugini e quindi ero quello meno considerato. Però a me andava bene così, i cugini italiani non mi piacevano molto, anzi, a dir la verità mi stavano veramente antipatici perché si credevano migliori di me e dei cugini tedeschi ma non avevano capito veramente nulla, e, forse, questa visita avrebbe potuto farmi riscattare su di loro e dimostrargli che il loro modo di pensare era veramente sbagliato e poi avevo la possibilità di insultarli senza che capissero e avrei riso veramente tanto.
Ma oltre questo, la pecca più pecca di tutti era che c’era una cugina che mi veniva dietro da quando avevo tredici anni –questa notizia me l’aveva data Dirk, cugino tedesco, che era andato a trovarli un mese dopo di me- e non la sopportavo proprio e ad Andreas questo non gliel’avevo detto. Mi pareva che Diamante fosse l’unica cugina italiana a capire il tedesco senza però saperlo parlare.
-Andy, c’è una cosa che devo dirti.- iniziai tossendo poco dopo. Il platinato si girò e mi diede tutta la sua attenzione. –C’è una cugina, Diamante, che è una palla al piede perché è cotta di me e se ce la ritroviamo a casa di zia Evelyn ci toccherà portarcela con noi in qualunque posto andiamo-
-Oh, magnifico!- sbuffò guardando fuori dal finestrino. Come avremmo potuto divertirci se avremmo avuto una ragazza tra i piedi?

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Zia Evelyn ci stava aspettando all’entrata dell’aeroporto e io con uno sguardo scocciato la raggiunsi con Andreas dietro di me. Mi abbracciò, anzi, mi stritolò e poi puntò i suoi occhi verdi –non ho ancora capito da chi li abbia presi visto che le altre cinque sorelle hanno tutti gli occhi nocciola- su Andreas che arrossì sentendosi in soggezione.
-Lui dev’essere il tuo migliore amico.- disse poi guardandomi con un sorriso.
-Sì, è lui. Andy lei è mia zia Evelyn.- il mio migliore amico allungò una mano per educazione e l’altra fece lo stesso rendendo ufficiale la presentazione.
Salimmo in macchina sotto gli occhi critici di zia. Mi stava facendo venire i nervi. Fortuna che il cellulare prese a vibrare segnalandomi che era arrivato un messaggio e corrugai la fronte quando notai che il messaggio apparteneva ad Andreas. Perché mandava messaggi se mi aveva accanto a lui, io non lo so.

Tua zia è proprio figa. Peccato sia una vipera, e il suo sguardo critico mi sta facendo venire i nervi, a te no?

Scossi la testa e ridacchiai. Era sempre il solito.

Hai ragione, e pensa che la dovremo sopportare per tre settimane prima di andarcene finalmente a Los Angeles.

-Simone mi ha detto che tra tre settimane partite per la California.- io e Andy saltammo sui sedili spaventati e poi dopo esserci ripresi annuimmo con vivacità.
-Magari potreste portare Diamante con voi.- esalò puntandomi gli occhi addosso.
Ma perché non guarda la strada invece di guardare me?! Potrebbe causare un incidente!
-Ma anche no!- esclamammo insieme io e Andy sconvolti da quella proposta che non aveva niente di positivo.
Diamante le poche volte che l’avevo vista aveva fatto più casini che altro, e io con lei non volevo averci più niente a che fare e di certo non me la sarei portata dietro per rovinare la vacanza dei miei sogni solo per colpa sua.
Per favore, era una vacanza tra u o m i n i! Le donne non erano comprese nel prezzo, a parte, per passare nei nostri letti e soddisfare i nostri piaceri ma oltre questo, non doveva esserci l’ombra di qualcuno che avesse delle tette.
-Perché no?- domandò innocentemente.
-Perché le donne non sono comprese nel viaggio a parte per essere scopate e poi è una vacanza per soli uomini e Diamante non è nè un uomo né una ragazza da portare a letto. Quindi no, non la voglio fra i piedi e di certo nemmeno il mio migliore amico.- risposi facendole spalancare gli occhi e bocca per il mio modo scurrile in cui mi ero motivato. Ma non c’era veramente altro modo per dirle che no, non volevo mia cugina in California.
Arrivammo a casa di zia senza più dire una parola. Scendemmo dalla macchina e zia ci aprì il cofano per prendere le nostre valigie con non poca difficoltà. Le trascinammo fino dentro casa e le poggiammo in un angolo del salotto aspettando che il resto della famiglia ci venisse a salutare.
I primi ad arrivare furono Jeremy e William, i figli di zia Evelyn e poi –proprio non poteva mancare, cazzo!- Diamante scendendo le scale che avevamo di fronte come se fosse stata una principessa o una persona famosa. Ridicola.
Andreas spalancò la bocca a tale bellezza. Io gli tirai una gomitata sul fianco facendolo mugolare di dolore. Gli lanciai un’occhiataccia non perché fossi geloso che guardasse maliziosamente Diamante, ma perché non doveva farsi condizionare dalla vipera quale era.
-Oh Tom! Ogni anno sei sempre più bello!- esclamò giuliva venendomi ad abbracciare ignorando bellamente il mio migliore amico. Io non capii un cazzo di quello che aveva detto, ma per fortuna ci fu zia a tradurre per me e il mio migliore amico. La scostai con poca delicatezza e lei si girò verso Andy.
-Piacere sono Diamante la futura ragazza di Tomi, tu chi sei?-
Quasi mi strozzai a quelle parole. Che cazzo aveva detto?!
Mi girai verso zia e lei pregò Diamante di parlare in inglese se no di questo passo non saremmo mai riusciti a comunicare.
-Tu non sarai mai la mia ragazza. Piantala con questa storia non sei più divertente.-
-Io comunque sono Andreas, il suo migliore amico- rispose il platinato con una smorfia. Quella ragazza sapeva tanto di oca come quelle che aveva a scuola.
-Piacere- si voltò di nuovo verso di me e mi prese sotto braccio. –Tomi tu dormirai con me!-
Mi girai verso il mio migliore amico che stava ridendo e gli feci cenno che dopo gliel’avrei fatta pagare. Andreas non avrebbe raggiunto le due settimane senza un osso rotto e un ghigno maligno comparì dopo quel pensiero.
Dopo aver sistemato le mie valigie e quelle di Andy nella stanza degli ospiti perché io di certo non avrei dormito davvero con Diamante, scendemmo al piano di sotto per guardare la tv. Purtroppo i programmi erano tutti in italiano e anche se non ci avremmo capito niente, avremmo comunque potuto approfittarne per guardare le immagini e commentare le persone che comparivano.
Diamante si fece spazio tra me e il mio migliore amico e poi si accucciò sul mio petto. Alzai gli occhi verso il cielo e lanciai dopo un’occhiata ad Andreas che con le mani mimò un ‘che palle’ e io ridacchiai essendo d’accordo con lui.
-Puoi spostarti? Il mio petto non è un cuscino!- mi lamentai facendola finalmente spostare con stizza.
-Voi tedeschi siete proprio stronzi, tu per primo! Non hai nemmeno un minimo di delicatezza nei confronti della tua adorata cugina!- ribatté.
Sbuffai e poi la guardai con malizia. –Sai, tu non sei tra le mie cugine preferite. Per quello c’è un’altra persona, e poi sono uno stronzo sì, ma solo con chi voglio. E tu…ti meriti proprio un Tom Kaulitz che faccia lo stronzo-
Diamante si alzò dal divano offesa e io scoppiai a ridere seguito da Andreas che le lanciò un’occhiata di scherno. Ci divertivamo troppo a fare gli stronzi con le ragazze che si credevano già chissà cosa in nostra presenza.
Era capitato fin troppe volte questa cosa ed eravamo stanchi di fare i bravi ragazzi che non trattavano male le ragazze solo perché, appunto, erano di sesso femminile e dovevano essere trattate come principesse.
Ma dove?! Alcune dovevano essere trattate come era giusto che venissero trattate, non potevano avere un trattamento migliore se non se lo meritavano.
-Ragazzi non è giusto trattare una ragazza in questo modo. Dovreste comportarvi bene-ci rimproverò zia Evelyn con uno sguardo serio.
-Non mi interessa. Diamante non se lo merita.- e ritornai a guardare la tv.
Dopo cena Andreas decise che era il momento di uscire di casa e svagarci. Era stata un’ottima idea fin quando mia zia non si intromise dicendoci di portarci dietro la vipera.
-No! Non la voglio! Cristo Santo zia lasciaci stare!- ringhiai stringendo le mani in pugni.
-Tom, tua madre non ti ha insegnato l’educazione?!-
-Mi ha insegnato tutto quello che c’era da imparare e l’ho imparato nel modo migliore più di quanto tu credi, ma di certo non lo faccio davanti a qualcuno che mi impone di portarmi una piattola appresso rovinandomi la serata!-
Zia Evelyn sbuffò e disse : - All’una a casa. Non un minuto di più, sono stata chiara?-
Annuimmo e salimmo in camera a prepararci.
Dopo una buona mezz’ora eravamo già belli pronti e dopo aver salutato zia, Diamante, Jeremy e William, uscimmo. L’aria fresca mi sapeva di libertà e un sorriso comparve sulle mie labbra.
-Ehi, ti stai programmando mentalmente la serata? Ma rendimi partecipe!- trillò Andreas con un finto broncio e le braccia al petto.
-Ma no, Andy la serata è semplice: alcool, un po’ di fumo, e una sana scopata!- esclamai dandogli una pacca sulla spalla.
Ci incamminammo verso il centro di Torino tra una chiacchiera e l’altra quando però ci fermammo in un vicolo. Io continuavo a guardarmi intorno spaesato. Troppo preso a chiacchierare con il biondino che non mi ero accorto che avevamo sbagliato strada e che di conseguenza ci eravamo persi. E il bello di tutto questo era che non sapevo nemmeno come tornare indietro. Mi maledii per non aver chiesto a mia zia come si arrivasse in centro da casa sua. Ma non potevamo rimanere a Berlino santo cielo!?
-Cosa ci facciamo qui?- chiese Andy con un sopracciglio alzato che guardava prima il vicolo chiuso e buio poi me.
-Non lo so. Io non so come si arriva al centro e probabilmente non so neanche ritrovare la strada di casa- dissi flebilmente aspettandomi un urlo disumano che non tardò ad arrivare.
-Che cosa?! Brutto coglione ma ora come torniamo indietro me lo spieghi!? Oddio ci siamo persi e moriremo qui e addio vacanze a Los Angeles. Questa è colpa tua, Tom Kaulitz!- protestò appoggiandosi poi ad un muro poco più lontano da lui ed estraendo il pacchetto di Malrboro e mettersi in bocca una sigaretta ed accendersela.
-Non è colpa mia se eravamo troppo impegnati a parlare invece di guardare la strada!- replicai stizzito.
-E adesso che cosa facciamo?!- chiese buttando fuori il fumo dalla bocca.
Scrollai le spalle.- Non lo so –
Prese un grosso respiro e si guardò intorno. Il luogo dove ci eravamo persi era isolato e faceva quasi paura. C’era qualche uomo che passeggiava ma poi si incamminava in quei vicoli stretti in cui non ci entrerei neanche se fosse la mia ancora di salvezza. Non voglio immaginare né sapere che cosa combinano le persone in posti come quelli. Dovevamo trovare un modo di andarcene da lì, odiavo avere il brutto presentimento che sarebbe potuto succederci qualcosa.
-Chiediamo a qualcuno del bar che c’è li – indicò un locale poco più lontano da noi – sicuramente saprà indicarci la strada per tornare a casa.-
Lo guardai con un sopracciglio alzato e un ghigno in faccia. –Come glielo chiedi? In tedesco?-
Andy sbiancò ricordandosi improvvisamente che lui non sapeva parlare italiano. –Cazzo siamo veramente nella merda Tom. Chiama tua zia!-
Scossi la testa e ricevetti un’occhiataccia da parte sua. Non volevo fare la parte dello scemo che appena messo piede fuori di casa si era già perso chissà dove. Volevo dimostrare a tutti quanti che sarei stato capace di orientarmi anche in un posto in cui ero venuto pochissime volte e non me ne fregava niente se sarei passato per il pazzo di turno che pur di non mettere da parte l’orgoglio avrebbe peggiorato la situazione.
Cominciai a camminare dalla parte da cui eravamo venuti e quando mi accorsi che Andreas era rimasto fermo dov’era fui costretto a fermarmi anche io.
-Allora vieni o preferisci rimanere qui?- domandai allargando le braccia e un’espressione scocciata.
-Non rischio di perdermi un’altra volta a causa tua, quindi resto qui.- replicò con decisione.
-Ma sei stupido?! Avanti, vieni via da lì e ritorniamo a casa!-
Andreas si staccò dal muro e con passo lento e trasandato mi raggiunse. Questa volta per tornare indietro non dicemmo una parola. La distrazione era l’ultima cosa che ci serviva al momento, quindi, continuammo a guardarci intorno cercando di riconoscere anche se di poco qualche via che avevamo preso per venire fin qui.
-Ma Torino è proprio brutta eh- ruppe il silenzio il platinato guardando il marciapiede.
Roteai gli occhi. –Siamo in periferia Andy. Nemmeno Berlino è bella se non andiamo in centro.-

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Finalmente eravamo riusciti a trovare la strada che ci conduceva al centro senza aver avuto bisogno di chiedere informazioni a qualcuno. Io ero il migliore.
I negozi erano quasi tutti aperti peccato che non ci trovavo nulla di interessante all’interno. Andreas avvistò dall’altra parte della piazza una gelateria e visto che faceva caldo un gelato sarebbe andato bene.
C’erano parecchi ragazzi in giro quasi tutti vestiti allo stesso modo. Era tutto patetico, si vedeva che gli italiani di stile ci capivano ben poco, per non dire niente. Noi tedeschi eravamo molto più avanti. Mi sentivo un po’ scemo a dire la verità per essere l’unico ragazzo in tutta la piazza che vestiva tre volte la sua taglia così da nascondere la maggior parte del corpo. Però chissene frega! Almeno sapevo di dar nell’occhio e di aver qualche chance in più per rimorchiare qualche bella tro- fanciulla.
-Tom a che gusto lo prendi il gelato?- domandò Andy estraendo il portafoglio e guardando l’interno della gelateria.
Non mi accorsi che eravamo già arrivati dall’altra parte della piazza e quando scesi dalle “nuvole” risposi semplicemente con un: -Cioccolato e panna. Non quella a gelato, ma la panna vera e propria!-
Andreas annuì ed entrò all’interno della gelateria mentre io decisi di aspettarlo fuori e di fumarmi una sana sigaretta. Mentre fumavo, un gruppo di ragazze poco più lontane da me, mi guardavano e parlottavano. Che avevano tanto da dirsi? E la cosa peggiore di tutte era che erano bionde. Quindi delle porche assurde e facili da scopare.
Le odiavo.
Però ricambiai le loro occhiatine e alzai un angolo della bocca sfoggiando un sorriso sghembo che piaceva alla maggior parte delle ragazze.
Una di loro prese a camminare nella mia direzione sculettando e io scossi la testa pensando a quanto fossero veramente troie. Facevano veramente di tutto pur di mettersi in mostra davanti un bel ragazzo, quale ero, però cavolo tutto ad un limite!
Mi sbalordii scoprendo che quando si avvicinò, non disse una parola ma prese subito a baciarmi. Ma che diavolo voleva questa da me?
L’allontanai con una piccola spinta, poiché se l’avessi spinta come avrei dovuto fare, l’avrei fatta cadere a terra e sarei passato per il ragazzo che maltratta le ragazze. Inoltre, di sicuro questa era italiana e quindi non ci sarebbe stato nemmeno il gusto di accendere una sana discussione per insultarla. Forse con l’inglese ce la saremmo potuta cavare, ma dubitavo che lei sapesse una lingua al di fuori della sua .
-Ehi, ma che fai!?- si lamentò.
Non capii niente di quello che aveva detto e quindi accennai un “what?” in inglese con l’accento tedesco.
La ragazza mi guardò confusa e poi spalancò improvvisamente gli occhi dicendomi qualcos altro. Le sue guance erano diventate color porpora e io ridacchiai intuendo che aveva capito di aver fatto una figura di merda.
-Ecco il gelato Tom!- Andreas uscì dalla gelateria allungandomi il braccio con il gelato e poi osservò la biondina con un sopracciglio inarcato. –Chi sei?!- chiese poi in tedesco stra convinto che la ragazza potesse capire.
-E’ italiana idiota! Non ha capito nemmeno cosa gli ho detto in inglese!- lo ripresi scuotendo la testa.
-E allora che cosa vuole da te?-
-Voleva provarci, difatti si è avvicinata e invece di salutare come una persona normale, mi ha direttamente baciato e io l’ho respinta.- spiegai con un sorriso.
-Le italiane non si fanno proprio scrupoli, che schifo!- asserì con un’espressione disgustata.
Già, aveva ragione, pensai, ma forse non era poi un problema. Sarebbe stato molto più facile per portarmele a letto.

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Prima di tornare a casa, eravamo davvero riusciti a rimorchiare qualche ragazza che parlava – grazie al cielo!- inglese.
Le avevamo incontrate in birreria verso le undici e tra una chiacchierata e l’altra, io e la ragazza con cui parlavo, eravamo finiti a scopare a casa sua. Mentre Andreas era rimasto al bar con l'altra.
Era bellissima: mora, occhi grigi, seno prosperoso, curve perfette e un culo sodo.
Si chiamava Chanel..No, ho sbagliato Alessandra? Vabbè chiunque lei fosse mi aveva fatto passare una bella serata. Ci voleva proprio dopo tutto quello che mi era successo.
Mi feci riportare al bar dove ci eravamo incontrati e fortunatamente Andreas era ancora lì. Era ubriaco fradicio però ero sollevato che non si fosse allontanato; anche perché non avrei saputo dove cercarlo.
Mi sedetti accanto a lui davanti al bancone e ordinai un Cosmopolitan. Mentre aspettavo che mi venisse portato da bere, presi dalla tasca il cellulare e guardai l’ora.
Mezzanotte e mezza. Avevamo il tempo di bere ancora un bicchiere e poi saremmo dovuti andare a casa con la speranza di non perderci, soprattutto perché non avrei potuto aver nessuno aiuto visto e considerato che Andreas era fuori come un balcone.




Note dell'autrice: :behappy: eccomi qui! Questaa è la mia primissima Long Fiction Twincest che la mia testolina crea.
Non mi convince per niente, quindi voglio che voi siate più sincere possibili per quanto riguarda la storia. Se ci sono dei punti da correggere, come la grammatica non esitate a farlo. E' giusto che faccia più attenzione. Se trovate errori di distrazione, chiedo perdono, ma capita che non me ne accorga xD
 
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Dollars1995
view post Posted on 26/4/2011, 17:01




Allora, eccomi qui a commentare. Premetto che ho letto ieri ma ho dovuto staccare.
Già il fatto hce sia una twincest la fa partire con una amrcia in più. Come ho letto il riassunto ho detto" ok, molto probabilmente questa storia mi piacerà tantissimo" e, per adesso non mi sono sbagliata. Nonostante siano soltanto il prologo ed il primo capitolo mi hanno preso molto, ma ti dirò qualcos'altro quando leggerò anche qualche altro capitolo.

CITAZIONE
Cosa succederebbe se odio e amore si mettessero in gioco nello stesso momento?

Da questa frase penso che vedremo delle belle esinceramente questa cosa va molto bene, anzi benissimo.

Passando al capitolo, devo dire che la storia degli zii italiano è davvero carina, anche perché è una figata averli fuori dal tuo paese:io li ho in Argentina xD
Iniziamo già da qui con le antipatie: la cugina di Tom, Diamante o come diavolo si chiama, mi sta già sulle scatole. .
Mi fermo qui perché altrimenti andrei avanti per ore e riempirei un'intera pagina, sappi solo che non vedo l'ora di leggere il secondo capitolo.
 
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TomiKaulitz
view post Posted on 26/4/2011, 17:20




Sono molto felice che ti piaccia, anche se siamo solo all'inizio.
Le vacanze in Italia hanno un motivo ben specifico, che capirai nel secondo capitolo (che posterò ora), sempre se ci arriverai. Altrimenti sarà anche più bello fartelo capire quando arriverà il momento clou della storia xD
A me piacciono un sacco i commenti chilometrici, quindi potresti anche farmelo lungo due pagine che io salterei dalla gioia per poterlo leggere xD
 
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.S t e r n.
view post Posted on 26/4/2011, 21:31




Io mi sto seriamente rotolando dalle risate.
Non è la solita twincest "seria" o che parte già con storie tra Bill e Tom!!
E' bella, dico davvero, è mi fa morir dal ridere XD
Diamante la fucilerei. Ma sono punti di vista .__.
Per il resto... Mi piace un sacco!!!!
Non è la classica storia di loro famosi, della Germania e di tutte quelle cose che ormai sono diventate monotone..Per me .-.
Quindi tesoro, hai il permesso di postare il secondo!! Anzi no, l'hai già messo...Vero ;) Lo vado a leggere immediatamente <3
 
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TomiKaulitz
view post Posted on 26/4/2011, 22:01




Buahahah sono davvero felice che ti piaccia*-*
Diamante la odio anche io, figurati xD
Si, il secondo c'è già*-*
Grazie belle donzelle per aver commentato**
 
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4 replies since 25/4/2011, 14:26   93 views
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