~TokioHotel's Fan Fictions~

Secondo Capitolo.

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TomiKaulitz
view post Posted on 26/4/2011, 17:22








Capitolo 2.


Se c’era qualcosa che odiavo, era proprio la presenza di qualcuno nella mia stanza mentre dormivo, che mi costringeva a svegliarmi e rimanere nervoso tutto il giorno. Ero intrattabile quando questo accadeva e spesso era una cosa di tutti i giorni, tipo quando si andava a scuola. Ma per quel motivo dovevo tenere i nervi saldi perché se no sarei impazzito per nove mesi, e di certo non mi sarei voluto ritrovare di nuovo in quarta superiore per colpa di una bocciatura. Sta di fatto che però durante le vacanze, comprese tutte le vacanze che interrompevano l’anno scolastico o lo terminavano, io dovevo dormire e, fin quando non mi fossi svegliato da solo. nessuno avrebbe avuto il permesso di entrare nella mia camera e disturbarmi. Questo non era mai stato concesso a nessuno tranne a mia madre per rare occasioni.
Purtroppo però la famiglia italiana non aveva capito le regole che vigevano in mattinata quando si ritrovavano Tom Kaulitz, intento a dormire, che richiedeva silenziosamente di essere lasciato in pace.
Avevo sentito dei passi nella stanza, ma non avevo proprio voglia di aprire gli occhi e cercare di individuarne il soggetto nella stanza buia. Così mi misi di pancia sul materasso e infilai una mano sotto il cuscino per migliorare la posizione. La molla del letto si abbassò sotto un peso non mio e mentalmente ringhiai per chi fosse il malcapitato che si ritrovava in quel momento sopra il mio letto.
Una fragranza dolce invase le mie narici; perciò era una ragazza quella che si stava intrufolando tra le mie coperte che a me coprivano solo dalla vita in giù. In quella casa oltre mia zia e Diamante non c’era nessuno che fosse una ragazza e c’era da escludere che zia Evelyn entrasse di soppiatto. Diamante era vicino a me. Quali fossero le sue intenzioni non lo sapevo, ma tanto le avrei rovinato tutto il suo piccolo piano, fregandomene se si fosse spaventata, fosse caduta dal letto e si fosse fatta male.
-Qualunque cosa stai facendo, Diamante, non farlo. Se no è peggio per te.- gracchiai con la voce impastata dal sonno.
Diamante emise un gemito strozzato e catapultò giù dal materasso sbattendo la testa contro il comodino. Si doveva essere spaventata davvero tanto.
-Cazzo Tom! Sei impazzito? Mi sono presa un infarto!-
-La prossima volta evita di fare irruzione in camera mia. Detesto avere ospiti non graditi.-
-Ero venuta a svegliarti nel migliore dei modi così magari ti saresti alzato col buonumore, ma vedo che tu rovini sempre tutto.-
Feci una smorfia. –Infilarsi nel mio letto e poi magari baciarmi non è un buon metodo- borbottai cercando di recuperare il sonno.
-Oh ma smettila! Un bacio è ciò di cui avresti veramente bisogno! Almeno ti si addolcisce l’umore e il carattere!- protestò con stizza.
-Certo che ne hai di fantasia. Esci da questa camera bambolina. Ho un sogno erotico da terminare e non sarà possibile se resti qui.-
Diamante uscì in fretta dalla stanza, arrabbiata e per mettere enfasi al suo umore nero chiuse con violenza la porta.
Io chiusi gli occhi e ritornai quasi velocemente nel mondo dei sogni.
Le italiane, erano tutte pazze.

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-Tom tu stai facendo colazione alle due del pomeriggio?- domandò Andreas stupito. Continuai a mangiare silenziosamente e poi quando finii di ingoiare lo guardai come se fosse pazzo.
-Per me è ancora mattina Andy, quindi è più che normale che mi metta a fare colazione dopo essermi appena svegliato-
Non ero pazzo se facevo colazione di pomeriggio e non di mattina come tutte le persone normali. Per me la mattina cominciava dopo le due – tre del pomeriggio. E una persona appena si svegliava la prima cosa che faceva era fare colazione no? Ecco, io facevo esattamente questo indipendentemente dall’orario in cui mi svegliavo. Ma visto e considerato che superavo sempre l’ora di pranzo, io facevo colazione e pranzavo subito dopo in modo da poter recuperare i pasti persi durante la giornata. Assurdo che poi nonostante mangiassi come una fogna, non mettessi su un chilo.
-M-mattina? È quand’è pranzo per te allora?- domandò sbigottito.
Cavolo era il mio migliore amico e si stupiva ancora se mangiavo fuori orario? Ma dove aveva la testa quando gli dicevo che doveva farci l’abitudine?
Scossi la testa e non gli risposi, era inutile dirgli che ora avrei anche pranzato. Poggiai la tazza e il cucchiaio nel lavandino e poi afferrai la pentola di pasta al sugo e la misi sulla tavola. Dopodiché presi da una mensola un piatto e poi aprii un cassetto dove presi una forchetta . Mi risedetti a tavola, afferrai la pentola e con una mano infilai la forchetta all’interno trascinando la pasta nel piatto. Tutto questo sotto gli occhi schifati e sorpresi del biondino. Lo guardai innocentemente.
-Che c’è?-chiesi con ancora un po’ di pasta in bocca.
-Tu…Stai…Pranzando dopo aver mangiato il latte?- balbettò non sapendo cosa dire né cosa fare.
-Sì, perché?- chiesi semplicemente continuando a mangiare.
-No…Niente- rispose ritornando nel salotto.
Alzai le spalle pensando che fosse pazzo e finii di mangiare. Dopo aver sistemato tutto al proprio posto e aver lavato il piatto, la tazza e il cucchiaio, me ne andai in camera. Avevo bisogno di ascoltare musica.
Era strano però che Diamante non si fosse ancora fatta viva, in quasi una settimana che eravamo qui me la ritrovavo dappertutto quasi fosse un fantasma che mi perseguitava.
Meglio così, mi dissi, almeno potevo rilassarmi.
Aprii la porta della stanza degli ospiti che condividevo con Andreas e spalancai la bocca non credendo ai miei occhi quello che avevo davanti: Diamante indossava una tutina di pelle nera come quella di Catwoman ed era sdraiata sul mio letto con un sorriso malizioso sulle labbra. Se non fosse stata mia cugina, gli sarei saltato addosso e non mi sarebbe importato nient’altro se non scoparla.
Come ragazza, Diamante, era sempre stata bellissima, affascinante e a modo suo eccitante. Soltanto che era una puttana. Aveva sempre cercato di fare colpo su di me in qualche modo, però le avevo sempre fatto capire che non ero interessato. Era oca, facile e stupida. Andava bene proprio per una scopata e poi basta, proprio come quelle che mi scopavo io in continuazione.
-Che cosa ci fai qui conciata in questo modo?- domandai alzando un sopracciglio senza muovermi dal posto in cui mi ero fermato. Dal canto suo si alzò dal mio letto e si avvicinò gattonando, mentre il sorriso malizioso si ampliava sempre di più tra le sue labbra.
La guardai senza muovere un muscolo per vedere fino a che punto sarebbe arrivata. Le sue mani, dopo che si fu avvicinata abbastanza, si allungarono per accarezzare le mie gambe coperte dalla stoffa della tuta che indossavo solitamente per casa e ringraziai qualcuno in cielo per essermela messa. Le sue mani non smisero di viaggiare sulle mie gambe tastandole con delicatezza, quasi fossero fatte di porcellana, però non si fermarono all’altezza del ginocchio, bensì salirono sulle cosce fino ad avvicinarsi al mio inguine. Un certo calore si stava concentrando proprio su quel punto, ma non volevo badarci, infondo Diamante non aveva ancora fatto niente che mi potesse eccitare, e poi era comunque meglio se la fermavo, perché se no avrei corso il rischio di non poter controllare le mie azioni, e avrei fatto quello che non avrei mai immaginato di fare.
-Non si vede?- chiese quasi in un sussurro puntando i suoi occhi color oceano nei miei. Non capii esattamente cosa intendesse visto che avevo la testa tutta da un’altra parte, ma per fortuna mi ricordai cosa le chiesi io poco prima. Mi allontanai leggermente riprendendo il controllo del mio corpo, mi ero quasi lasciato andare per delle carezze sulle gambe, pazzesco!
-Lascia stare, non ti scoperò mai Diamante- le risposi guardandola seriamente. Come potevo farle capire che tra me e lei non ci sarebbe mai stato niente? Che tutte le sue provocazioni mi facevano cedere solo fino ad un certo punto ma poi ritornavo me stesso e riprendevo il controllo della situazione? Cosa dovevo fare per dimostrarle che tutto quello che faceva per farsi notare da me non avrebbe portato a niente se non a continue delusioni?
Diamante sbuffò e si sedette sui talloni allontanando le mani dal mio corpo. –Cos’ho che non va Tom? Mi pare che abbia tutto quello che cerchi in una ragazza- si lamentò.
Roteai gli occhi e mi chiesi perché stavo perdendo tempo in quel modo piuttosto che ascoltare la musica come avevo programmato.
-Perché siamo cugini, e io non provo interesse in te. Per quanto tu sia bella non mi attiri, ok?- mi incamminai verso il letto e mi ci buttai sopra. Le coperte sapevano di lei ed era un odore nauseante. Tra lei e quel cazzo di profumo che metteva non sapevo chi fosse più dolce. Misi le braccia sotto la testa e socchiusi gli occhi mettendomi ad ascoltare tutti i rumori che c’erano nella stanza e captai i movimenti di Diamante. Quella ragazza non si arrendeva proprio mai!
-Tom è per la parentela che continui a rifiutarmi come se avessi la peste?- chiese incredula.
Oh, ma allora non ascolta proprio niente!, pensai.
-Cazzo! Ma se ho detto che nemmeno fisicamente mi attiri!-
-Oh, fanculo Kaulitz!- se ne andò sbattendo la porta. Per la seconda volta. Sospirai rumorosamente, afferrai il mio mp3 dal comodino e mi misi le cuffie alle orecchie; mi addormentai così.

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Mi svegliai che era sera inoltrata e degli occhi mi fissavano incuriositi. Non volevo muovermi perché non avevo voglia di mettermi a parlare, quindi richiusi gli occhi e rimasi ad ascoltare i rumori che c’erano nella stanza. Una mano si mosse sul mio corpo, afferrando poi una treccina. Chi era così stupido da giocare coi miei capelli ora? Voltai la testa incuriosito da quel gesto e mi ritrovai…William. Uno dei gemelli di zia Evelyn.
Perché non l’avevo scambiato per Jeremy? Semplice: i bambini indossavano una maglietta con scritto il loro nome proprio per non far confondere la gente.
William non smise un secondo di arrotolarsi tra le dita la mia treccina e io continuai a guardarlo. Sembrava indisturbato, anzi, era così tranquillo che il suo gesto mi stava rilassando. Non aveva detto una sola parola, si era solo accucciato accanto a me e si era preso fra le sue piccole mani un mio cornrows cominciando a giocarci.
-Willi-Oh Tom, sei sveglio! Mi dispiace che William sia venuto a disturbarti. Andiamo piccoletto, Tom vuole essere lasciato stare- lo riprese sua madre aspettando che il bambino scendesse e la raggiungesse. Sentii un piccolo movimento accanto a me però non sentii il freddo che c’era di solito quando qualcuno si staccava dal tuo corpo. Presi per un fianco il bimbo e lo strinsi a me sotto lo sguardo stupito di mia zia.
-Lascialo qui- dissi –Non sta facendo nulla di male- continuai a guardarla di sottecchi mentre il piccolino urlettò felice. Ridacchiai divertito e zia chiuse la porta della stanza lasciandoci da soli.
Non ero mai andato d’accordo con i bambini né mi erano mai piaciuti. Però William era così tranquillo e silenzioso che non ti accorgevi nemmeno della sua presenza. Aveva tre anni ed era un bimbo che non ti creava nessun problema. Solitamente a quell’età sono così euforici ed eccitati che ti mandano fuori di testa, però lui no. O almeno con me non faceva nulla di male, anche se spesso l’avevo visto con il gemellino arrotolarsi per il salotto facendo un casino assurdo. Ma li potevo capire…Erano bambini alla fine, se lo potevano permettere.
Dopo una mezz’oretta William si addormentò appoggiando la testa sul mio petto e il pollice in bocca. Si era proprio stretto a me, come se cercasse protezione. Beh…Era comprensibile.
Mio zio Stephan era andato via di casa poco dopo che William e Jeremy nacquero. Da quanto mamma mi aveva spiegato, mi disse che lui si sentiva con un’altra e che a quel tempo non se la sentiva di diventare padre. Così l’aveva mollata e se n’era andata.
Jeremy e William erano sempre cresciuti senza un padre contando solo sulla presenza dell’altro e della madre, in modo che occupassero quel vuoto che c’era nel loro piccolo cuoricino. Però avevano comunque bisogno di una figura adulta maschile.
Mia zia si era frequentata con qualcuno, ma aveva sempre trovato uomini non disposti ad accettare i due pargoli, così aveva deciso che se sarebbe stata sola per un po’ di tempo, fin quando i suoi bambini non avrebbero più contato su di lei, e poi sarebbe ritornata alla ricerca di un partner.
La vedeva difficile perché poi sarebbe stato più difficile far accettare ai gemelli un padre che, quando ne avevano avuto bisogno, non c'era stato. Però sperava che capissero e che lo accettassero.
Mi girai sul fianco dove c’era il corpicino del piccoletto e lo strinsi accarezzandogli dolcemente la testa. William afferrò con le sue piccola dita un lembo della maglia e la strinse. Sorrisi a quel piccolo gesto e continuai a coccolarlo, quasi come se fosse il mio bambino.
Una piccola morsa comparve nel mio stomaco e non me ne spiegai il motivo. Forse era strano parlare di essere padre visto che odiavo le relazioni serie. Però quel bimbo mi faceva uno strano effetto che…mi piaceva.
Qualcuno aprì la porta della camera e aprii leggermente gli occhi per capire chi stava entrando. La figura di zia Evelyn si avvicinò e mi accarezzò una guancia per poi guardare William.
-Lo porto nella sua stanzetta- sussurrò per non svegliarlo. Annuii anche se un po’ mi dispiaceva, era confortevole il suo piccolo corpo sul mio, ma era giusto che ritornasse nella sua piccola cameretta.
William appena sentì che si stava allontanando da quel caldo così confortevole, dove si sentiva stranamente protetto, cominciò a muoversi e a fare delle smorfie molto simili a quelli di qualcuno che stava per piangere. E infatti..così fu. William scoppiò a piangere cominciando a divincolarsi dalla presa di sua madre chiamando il mio nome e allungando le braccine nella speranza che lo riprendessi con me.
Sua madre cercò di tenerlo stretto per non farlo cadere, ma fu ben difficile. Mi allungai giusto in tempo per prenderlo in braccio e non farlo finire per terra. Mi ero preso un bello spavento quando lo avevo visto in procinto di cadere dalle braccia di sua madre muovendosi in quel modo.
Quando sentì le mie braccia stringerlo, si aggrappò disperatamente alla mia maglietta e nascose la testa nel mio collo continuando a singhiozzare.
Zia non capiva tutto quell’attaccamento nei miei confronti, se giorni prima non mi filava neanche. Non aveva tutti i torti, però i bambini cambiano idea in fretta sulle persone, soprattutto se hanno qualcosa che li attrae incuriosendoli, come William nei confronti dei miei capelli.
-Dorme con me stasera. Spero che a Jeremy non dispiaccia- mormorai cullando il pargolo che avevo tra le braccia facendolo calmare.
-Farà un po’ di storie, Jeremy non dorme mai solo, ma lo porterò a letto con me sempre se non gattonerà da te anche lui. Ti consiglio di tener la porta aperta questa sera- mi disse baciandomi una guancia e poi baciando la testa del suo bambino. Ci lanciò un’ultima occhiata e se ne andò via. Mi rimisi bene nel letto con William tutto disteso sul mio addome e ci coprimmo col lenzuolo. Faceva freschetto quella sera e di certo non sarei voluto essere la causa del raffreddore del bambino.
Ci addormentammo di nuovo e nessuno osò disturbarci ancora, o almeno né William né io ci accorgemmo che un altro piccolo corpo identico al primo si accoccolò sul mio fianco stringendo la manina del gemello.

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-Tomi..-pigolò una vocina ancora assonnata, grugnii in risposta e quando cercai di girarmi, qualcosa me lo proibì. Steso accanto a me c’era Jeremy.
E lui quand’è venuto qua?, mi chiesi inarcando un sopracciglio.
Comunque mi girai con la testa verso chi mi aveva chiamato e c’era William con una maglietta in mano. E William da quanto era sveglio?
-Dimmi Will- risposi facendolo salire di nuovo sul letto.
-Mi metti la maglietta?- pigolò ancora con timidezza. Gliela presi dalle piccole mani e gli levai la maglietta del pigiamino. Era strano come ora da me si facesse fare tutto senza chiedere aiuto a sua madre.
Appoggiai la maglietta del pigiama sul letto e gli infilai, senza fargli male, la maglietta pulita. Non mi accorsi però che era senza niente sotto, così mi chiesi dove fossero i pantaloni.
-William dove sono i pantaloni? Così ti raffredderai- dissi quasi con tono di rimprovero. Perché mi sentivo quella sensazione di protezione verso quei bambini? Cos’avevano di tanto speciale da rendermi così?
-Non voio metterli!- esclamò mettendo il broncio.
Oh, allora anche William fa i capricci, pensai con uno sbuffo.
-Ti raffredderai. Vai a prendere i pantaloni, su!- ribattei con tono più incazzato. William scese dal letto facendo attenzione e sbattè i piedini mentre si dirigeva fuori dalla stanza per andare nella sua.
Scossi la testa e mi chiesi se anche Jeremy fosse così. Ringraziai qualcuno, non so chi in particolare, per non aver entrambi svegli. Credo che sarei impazzito.
Diamante comparve nella camera e mi guardò meravigliata quando si accorse che nella stanza non ero solo.
-Tom, hai dormito con Jeremy?- domandò raggiungendomi nel letto.
-Si, anche con William- le risposi con un piccolo sorriso di soddisfazione.
-Che cosa!? Dormi con i diavoli fatti a persona e non con me!?- ringhiò infuriata.
-Scusa?! Loro sono dei bambini, mi sembra normale dormir con loro. E non sono dei diavoli, sono degli angeli- ringhiai di risposta. Non capivo perché, ma a quell’insulto il sangue mi venne alla testa.
Non avevo sopportato l’idea che venissero insultati i gemelli…
Ma che mi stava succedendo?!
-Tom..Coa ci fai tu qui!?-esclamò William buttando i pantaloni per terra e guardando male Diamante.
A quanto pare tra loro c’era un odio reciproco.
-Senti piccolo moccioso, sono qui a far compagnia a Tom. – rispose stizzita lei stringendosi a me.
Mi irrigidii a sentirla così vicina e l’allontanai con una spinta. William mi corse incontro salendomi in braccio come a volerle dimostrare che il posto che aveva occupato poco lei prima era suo.
-Coa uccede?- domandò una vocina impastata dal sonno dietro di me. Jeremy aveva ancora gli occhietti chiusi e li stava strofinando con i pugnetti per vederci meglio.
Guardai male Diamante, incolpandola con lo sguardo, per aver svegliato anche l’altro bambino. Quella ragazza sapeva far salire i nervi a chiunque.
-Jeremy torna a dormire- ordinò la ragazza con durezza. Non le piaceva la cosa che i gemelli potevano dormire con me e lei doveva starmi lontana. Ma era così che stavano le cose.
I gemelli non mi sarebbero saltati addosso mentre lei avrebbe sempre colto l’occasione per farlo.
Jeremy impaurito da quel tono usato da lei, si aggrappò alla mia maglietta.
Ora. Ne. Avevo. Abbastanza.
-Vattene- le ringhiai stringendo i bambini a me.
-Cosa!? Sono loro a doversene andare!-protestò inviperita e colpita nel profondo.
Andreas sentendo tutto quel trambusto corse nella stanza. –Cosa cazzo succede qui dentro!?- domandò preoccupato.
-Niente, Andy. Stavo facendo vestire William..Ah, proposito, prendi il pantalone, piccoletto- dissi rivolgendomi con dolcezza al bambino. Lui si alzò e andò a recuperare il pantalone. –Comunque stavo facendo vestire lui ed è arrivata Diamante a rompere le palle- spiegai cominciando a sfilare i pantaloni del pigiama di William infilando prima in una gamba poi nell’altro, l’altro pantalone. Gli occhi di Andreas viaggiavano curiosi su quello che stavo facendo.
Era la seconda volta che vestivo qualcuno che non fossi me stesso. Mi sentivo tanto padre in quel momento.
-Tom..Stai vestendo un bambino?- chiese stupito dimenticandosi momentaneamente il motivo per cui era venuto.
-Sì, Andy, cosa c’è di strano?- domandai innocuamente dopo aver finito di vestire William.
-Da quando…Fai il papà?-chiese ancora sorridendo. Ma non era in segno di scherzo, era …orgoglioso, ecco.
-Il papà? Ma t’è dato di volta il cervello? – domandai sbigottito da quella domanda scema.
Potevo ammettere a me stesso che mi sentivo tanto un padre in quella circostanza, ma di certo non lo avrei ammesso davanti agli altri. A tutto un limite!
-Scusa ma solo un padre vestirebbe un bambino, o un fratello maggiore, o la madre ma non…Tom Kaulitz!-
Lo guardai male e poi mi voltai verso Jeremy e William che ci guardavano incuriositi. Stavamo anche parlando tedesco e non ce n’eravamo accorti. Era una fortuna che Jeremy e William capissero l’inglese. Zia Evelyn li ha sempre abituati a parlar sia italiano che inglese e sapevano quando una parlare una lingua invece dell’altra.
-Oh, ma smettila idiota. Piuttosto stasera usciamo?- proposi alzandomi dal letto e lo raggiunsi dandogli una pacca sulla spalla.
Diamante era rimasta zitta per tutto il tempo, il che era strano visto che prima strillava come se la stessero ammazzando. Diedi un’occhiata ai gemelli che mi guardavano rimanendo seduti sul letto e sorrisi.
-Beh, piccole pesti, andiamo a far colazione o no?-
-Ma Tom! È l’una del pomeriggio!- ribattè contrariato Andreas guardandomi con aria di rimprovero.
Va bene che mangia lui fuori orario, ma almeno che non facia abituare anche dei bambini ai suoi vizi, pensò scuotendo la testa.
-E allora? Per una volta non succede niente se mangiano fuori orario- e risi prendendo per mano i due bambini conducendoli al piano di sotto.
Sarebbe stato difficile separarmi da loro quando sarei dovuto andare via.




Note dell'autrice: Amate Tom in questo capitolo ** Cioè..è così adorabile e dolce nei confronti dei gemelli**
 
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.S t e r n.
view post Posted on 28/4/2011, 12:12




Ommioddio.
E' bellissimo ç__ç
Ma non voglio immaginare come cresceranno quei due poveri pargoli, accanto a Tom xD
Ad ogni modo...Non ho assolutamente idea di cosa succederà.
Quindi continua, ti prego *__*
 
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TomiKaulitz
view post Posted on 28/4/2011, 14:48




*si chiude la bocca*
Sto scrivendo, spero di riuscire a postare prima che ricominci la scuola.
 
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Dollars1995
view post Posted on 30/4/2011, 12:33




Ok, innanzitutto scusa per l'immenso ritardo, ma era un po' impegnata con il mio capitolo e non sono riuscita a leggere nient'altro.
Comunque ora sono qui.

Allora, iniziamo dalla prima scena.
Diamante. E dico tutto. Sarei stata contenta se Tom avesse messo in pratica la sua minaccia.
I gemelli sono pucciosissi *-* li amo e poi Tom che fa il papà tanto premuroso ci sta da Dio.

Mi sembra di aver visto un errorino:
CITAZIONE
quando una parlare una lingua invece dell’altra.

Non vedo l'ora di leggere il terzo.
Baci
 
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TomiKaulitz
view post Posted on 30/4/2011, 17:46




Oh si, è un errore di distrazione, perdonami XD
Tom sarebbe un ottimo papà, ce lo vedo davvero tanto*-*
Comunque sono felicissima che ti piaccia, grazie per aver commentato.
E non devi preoccuparti se commenti in ritardo, tanto il capitolo non scappa! xD

Baci!
 
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4 replies since 26/4/2011, 17:22   81 views
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