~TokioHotel's Fan Fictions~

Capitolo 30 - Piangere in Silenzio.

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.S t e r n.
view post Posted on 3/6/2011, 16:47




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***



Passai la notte a piangere.
Cercai di trattenere le lacrime, almeno il tempo di guidare, attraversare i sette piani di Mond, cambiarmi e andare a dormire. In realtà tutta la serata la passammo da mamma, così riuscii anche a distrarmi quanto bastava, una volta arrivata a scuola però, nella mia camera, i miei pensieri si liberarono come libellule nella testa.
Presi Luna, avvolgendola tra le miei braccia rivestite di lana e la feci sdraiare sotto le coperte insieme a me. La strinsi forte, quasi fosse un cuscino, e mi abbandonai lasciando che piccole gocce salate rigassero le mie guance.
Avevo sempre odiato piangere in silenzio, era brutto doversi sfogare così sforzatamente, ma ormai era tardi e anche Martina era già a letto, non volevo di certo disturbarla più di quanto avessi già fatto! Per cosa poi? Per lacrime di gioia, quella gioia che sicuramente non sarei stata in grado di spiegare nemmeno a me stessa. Quindi mi affidai alla piccola gattina e alle sue fusa che facevano da ninna nanna.
L'indomani, la federa bianca era da lavare per togliere le macchie nere di trucco. Luna era già sveglia, stava mangiando nel suo piccolo salottino vicino all'armadio che Dorothy aveva fatto apposta per lei. Mi tirai su a sedere accorgendomi che Martina non era nel suo letto. Andai alla porta del suo bagno e bussai. Bussai a vuoto. Non era mai successo che mi svegliassi senza trovarla in camera e dubitavo che fosse già andata a colazione, non scendevamo mai da sole.
Avevo tutto il tempo di farmi anche la doccia, la colazione veniva servita fino alle dieci e mezza. Aspettai la mia amica fino alle dieci, poi scesi sperando di trovarla nella Sala Grande.
-Buongiorno!- Questo era Bill che apriva le nostre discussioni giornaliere.
-Buongiorno Bill!- Risposi prima di prendere un muffin al cioccolato con granelle di zucchero sopra.
-Come stai, tesoro?-
Quasi rovesciai la tisana fuori dalla tazza, facendo fare un gran chiasso al piattino per evitare che cadesse tutto.
-Abbastanza bene, sono sveglia da poco e ho ancora un gran sonno. Tu come stai?-
-Tutto bene, hai fatto tardi ieri sera?-
-Si, Martina è rimasta a dormire da me e siamo rimaste sveglie fino a tardi.- Sicuramente non potevo e non dovevo raccontargli tutta la verità. Non ora per lo meno, non ero sicura di come l'avrebbe presa. Non ero nemmeno sicura che un legame vero tra noi potesse nascere. Forse era meglio dirlo subito, non volevo che si innamorasse perdutamente di me per poi non essere in grado di stare insieme. Forse dovevo prima parlare con Ninfa e chiedere chiarimenti.
-Beh, mi fa piacere. Sei stata bene ieri pomeriggio?-
-Cavoli si! Sono stata benissimo!-
-Sono contento, sono stato benissimo anche io. Allora, per stasera?-
-Ci siamo, sia io che Martina. Ho saputo che Tom l'ha invitata.-
-Si, le ha chiesto di venire. Ogni tanto fa il gentiluomo anche lui ahahah-
-Ma no dai, è una brava persona in fondo. È un po' vivace, ma è buono.-
-Già, perché lo conosci da una settimana.-
Stavo rispondendo al messaggio, quando sentii uno spostamento d'aria accanto a me.
«Hey, che stai facendo?» Mi voltai e alzai lo sguardo verso Martina.
«Ma buongiorno eh! Stavo rispondendo a Bill. Tu piuttosto, si può sapere dov'eri finita?»
«Ero in biblioteca a fare qualche ricerca, giusto per mettermi un po' avanti. Non volevo svegliarti così presto, poi sono tornata in stanza e non c'eri. Automaticamente ho pensato che fossi qui ad abbuffarti senza di me.» Si sedette e, dopo aver appoggiato i fogli appena stampati, prese un muffin ripieno di crema.
«Scusa, mi sono svegliata e non ti ho vista. Pensavo di trovarti qui, non di certo a fare delle ricerche in biblioteca.»
«Eh no, ero proprio lì! Allora, che dice Bill?» Si versò anche del tè alla pesca e prese a girare il cucchiaio per farlo raffreddare.
«Dice che... Boh, niente. Mi ha dato il buongiorno, mi ha chiesto come sto, come sono stata ieri pomeriggio e bon, adesso stiamo parlando di Tom.»
«Hey! Il mio Tom?» Disse poco prima di sorseggiare attentamente per non scottarsi.
«Il tuo Tom, si. Gli ho detto che è una brava persona e lui ha detto che lo dico perché lo conosco da una settimana.»
«Effettivamente è un po' logorroico, però mi ci trovo bene, è gentile e mi fa ridere.»
«Ti ha baciata?»
Quasi sputò il boccone di muffin alla crema e tè che aveva in bocca, ma si sforzò di mandarlo giù e di ridurre i colpi di tosse.
«Che cavolo di domanda è?»
«E' una semplice domanda per sapere se ti ha baciata oppure no!»
«Bill ti ha baciata?»
«Ma che c'entra? Te l'ho chiesto prima io!»
«Rispondi prima tu.» Mi guardò con un ghigno che stava ad indicare -Tanto già lo so che lo ha fatto-.
«Si, mi ha baciata, ok? Ora dimmelo tu!»
«Waaa lo sapevo!! E com'è stato? Bacia bene? E il piercing?»
«Occazzo il piercing. No, comunque di lingua non ne ho sentita. E, beh, da quel poco che c'è stato posso dirti che, si, bacia benissimo! E, ommioddio, Bill Kaulitz mi ha baciata sul serio ed è stato bellissimo e io avevo i brividi e poi mi ha guardata e abbiamo riso perché eravamo felici, cioè, io ero davvero felice ma anche lui lo era. Oddio è troppo bello!!!»
«Ok, stop. Stop per favore. Hai finito?»
«Si, credo di si.»
«Ok, comunque no, Tom non mi ha baciata.» Ci lessi un velo di dispiacere nella sua voce, ma sapevo che presto, se non addirittura quella sera stessa, lo avrebbe fatto anche lui.

Dopo colazione ci preparammo molto meglio di come avevamo fatto appena sveglie e partimmo per andare a pranzo da mamma. Effettivamente si, potevamo anche stare a dormire a casa la sera prima, ma non l'avevamo avvisata e di certo non volevamo che si scomodasse per così poco. Poi comunque guidare la macchina di Dorothy era un tale spasso!!
Alle due e mezza in punto, non per questo sono tedeschi, arrivarono Bill e Tom e mamma era così ansiosa di conoscerli. Non potevo non farli entrare. Ma lei iniziò a parlare e offrire caffè e dolci, tanto che dovetti fermarla io.
«Mamma, scusa, ma ora dobbiamo proprio andare se no loro fanno ritardo e penso che debbano andare a prendere anche gli altri due a Berlino. Quindi ci vediamo stasera, ok?»
«Ok tesoro, divertitevi!»
«Grazie!» Le stampai un caloroso bacio sulla guancia e sentii tutto l'amore di una mamma fiera della propria figlia. Voglio dire, dopo quattro anni non avrebbe più dovuto sentirsi ripetere ogni minuto -Ma io voglio Bill Kaulitz!!!- come una bambina.
Non era un modo tanto carino di presentarsi in macchina, ma Georg e Gustav erano totalmente l'incontrario di come me li ero aspettati. Georg mi era parso enorme e Gustav parlava, parlava davvero!! E poi era morbido come un orsetto. Non mi sembrava vero di stare lì in mezzo, in mezzo a loro, in mezzo a quelle quattro persone che per me erano tutto. Si, credo che mi ci sarebbe voluto parecchio tempo per abituarmi all'idea di vederli tutti i giorni.
Il negozio di cd in cui si sarebbe tenuta la sign session era dall'altra parte di Berlino e comunque sia, il piccolo piazzale davanti era pieno di ragazze urlanti ed emozionate che non vedevano l'ora di vederli scendere da quell'auto.
«Bill, aspetta.» Gli presi il braccio mentre Gustav e Georg stavano già scendendo.
«Che è successo?» Si avvicinò per sentirmi meglio, dato che sussurravo!
«Ehm...Devo scendere anche io? Con voi?»
«Si, tu e Martina. Venite con noi.» Disse lui senza preoccupazioni.
Sentivo un groppo in gola e la paura dilagarsi dentro tutto il mio corpo. Avevo accettato di andare lì, assieme a lui, ma non immaginavo che ci sarebbero state così tante persone. Questo comportava uscire allo scoperto dopo solo una settimana, forse non ero pronta, non avevo pensato alla paura quando avevo accettato di seguirlo.
«Ma... Ma io ho paura, Bill.»
«E' normale. Anche noi abbiamo paura, ogni volta che dobbiamo incontrarvi, ogni volta che dobbiamo fare qualcosa per voi abbiamo paura. Ma la facciamo, perché sappiamo che vi rende felici. E' normale aver paura.»
«Ma questa è una paura diversa, è una paura di tutte quelle là fuori.»
«Non possono farti del male, sei protetta. Ci sono io, ci sono Tom, Georg e Gustav e ci sono anche tantissimi uomini della sicurezza. Non ti salteranno addosso, dico davvero.» Accennò una risata all'idea che un centinaio di ragazze gelose ed invidiose potessero scaraventarmi per terra. Io non gli risposi, non ero così sicura di volerlo fare. Bill continuò, cercando di convincermi. «Non voglio obbligarti, posso chiedere ad uno di loro di farti compagnia qui in macchina o al massimo di farti entrare dal retro e restare nello stanzino. Ma non sai cosa ti perderai se sceglierai di restare là dietro, sono sicuro che ti divertirai. E non sei sola, c'è anche Martina. Pensi che lei non sia terrorizzata al tuo stesso modo? È la prima volta anche per lei, o no?»
«Già, hai ragione. Sono terrorizzata, ma prima o poi dovranno vederci insieme.»
«Brava! Così ti voglio, convinta e sicura. Se la tua paura sono quelle ragazze, beh, devi solo pensare che tu sei qui e loro no!»
«Bill!!» Lo rimproverai, non pensavo potesse dire una cosa del genere con così cattiveria.
«Dì che non lo pensi anche tu!» Alzò il sopracciglio come solo lui sapeva fare.
«No...» Lasciai la frase in sospeso, effettivamente lo pensavo eccome!
«Ah, risposta sbagliata!»
Il mio auto convincimento scese di nuovo quando il bodyguard si sporse all'interno dell'auto per dirci che dovevamo sbrigarci.
«Tranquilla, ok? Sei pronta?»
«Credo... Credo di si.» Per niente, non lo ero per niente, quelle sembravano delle tigri a cui non davano da mangiare da giorni.
«Allora facciamolo! Dammi la mano.» Aprì il palmo della sua, magra e liscia, e io ci appoggiai la mia intrecciando le dita. Inaspettatamente mi stampò un bacio sulle labbra, che mi tranquillizzò un po' di più di quanto avessero fatto le sue parole, poi strisciò sul sedile tirandomi dietro di sé. Appena lui ebbe toccato terra con i piedi si scatenò l'inferno, ma quando i miei occhi mi riportarono alla realtà, là fuori si stava consumando la Terza Guerra Mondiale. Urla e versi strani e parole di odio tutte per me. Ma dov'era Martina?! Se era arrivata incolume lei, potevo farcela anche io.
Bill non si soffermò a fare autografi, li avrebbe firmati tutti dopo e credo che non si fosse fermato neanche un secondo per via della mia stretta micidiale che gli stava torturando la mano.
Le urla si attutirono di colpo quando fummo risucchiati all'interno del negozio. Almeno venti minuti furono dedicati al trucco e ai capelli dei quattro, si sistemarono i vestiti e aggiunsero due sedie dietro alla tavola coperta da una tovaglia di carta rossa, con sopra pennarelli, volantini e bottigliette d'acqua.
Le ragazze che avevano atteso fuori furono fatte entrare, così che le urla tornarono a martellarci i timpani.
«Tra cinque minuti entrate!» Ci urlò l'assistente che, da quanto avevo capito, avrebbe sostituito David.
«Bill, non credo di voler entrare.»
«Perché no?» Disse, visibilmente dispiaciuto.
«Perché adesso non ci sono barriere a tenerle ferme. Quelle saltano sul tavolo e mi mangiano la faccia.»
«Tranquilla tesoro. Guarda Martina, è calmissima!»
«Ma se quella è più terrorizzata di me!!»
«Povere piccole!» Esclamò con un sorriso sarcastico.
«Bill, piantala! Almeno posso sedermi vicino a lei?»
L'assistente ci prese in gruppo e ci spinse ad entrare, con un gesto automatico gli strinsi la mano e mi lasciai trascinare.
Volevo scappare, urlare di stare zitte, volevo tornare al nostro parco e goderci solo il rumore dei nostri baci.
Slittai fino a sedermi accanto a Martina, Bill mi aveva fatta passare per prima apposta, poi mi si sedette di fianco. Sotto al tavolo, io e la mia amica ci stringevamo la mano. Guardandoci meglio, eravamo sedute proprio al centro.
Si avvicinò la prima ragazza, poi la seconda, la terza, la quarta e tutte le altre presenti. Per un'ora e mezza non ci avevano risparmiato occhiate buie di odio e di disprezzo, sorridevano ai loro quattro idoli ma sui loro volti c'erano lievi segni di delusione. Io e Martina comunque avevamo cercato di risultare le più normali possibili, facendo i nostri soliti discorsi e cercando di tenerci lontane dalle macchine fotografiche, per quanto potesse essere facile. Quella sera le nostre foto alla sign session di Berlino del 21 novembre 2010 avrebbero fatto il giro del mondo, saremmo finite sulle copertine delle più importanti riviste tedesche e nel giro di poche settimane l'intero pianeta sarebbe stato a conoscenza dei due nuovi flirt dei gemelli Kaulitz, anche i pinguini dell'Antartide e i lemuri del Madagascar avrebbero parlato di noi.
Non male come cambio improvviso di vita. Peccato che io non volevo assolutamente essere conosciuta in tutto il mondo.
O forse si?

***

 
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La pÕmme
view post Posted on 3/6/2011, 19:25




CITAZIONE (.S t e r n. @ 3/6/2011, 17:47) 

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***



Passai la notte a piangere.
Cercai di trattenere le lacrime, almeno il tempo di guidare, attraversare i sette piani di Mond,

hai una bella resistenza meglio della carta igienica ,


cambiarmi e andare a dormire. In realtà tutta la serata la passammo da mamma, così riuscii anche a distrarmi quanto bastava,
pastava pane nutella e un chilo di gelato con la panna



una volta arrivata a scuola però, nella mia camera, i miei pensieri si liberarono come libellule nella testa.
Presi Luna, avvolgendola tra le miei braccia rivestite di lana e la feci sdraiare sotto le coperte insieme a me. La strinsi forte, quasi fosse un cuscino, e mi abbandonai lasciando che piccole gocce salate rigassero le mie guance.

e fu così che sulla terra, d'improvviso c'era un gatto in meno


Avevo sempre odiato piangere in silenzio, era brutto doversi sfogare così sforzatamente, ma ormai era tardi e anche Martina era già a letto, non volevo di certo disturbarla più di quanto avessi già fatto!
io ti avrei svegliata invece, giusto per il gusto di farlo u.u


Per cosa poi? Per lacrime di gioia,
e allora! mi devi svegliare si , cretina!


quella gioia che sicuramente non sarei stata in grado di spiegare nemmeno a me stessa. Quindi mi affidai alla piccola gattina e alle sue fusa che facevano da ninna nanna.
L'indomani, la federa bianca era da lavare per togliere le macchie nere di trucco.
usare le salviettine no eh?


Luna era già sveglia,
e ci credo, dopo che l'hai stritolata tutta la notte è già tanto se respira ancora


stava mangiando nel suo piccolo salottino
all'anima, che gattina sofisticata, anche il salottino!


vicino all'armadio che Dorothy aveva fatto apposta per lei. Mi tirai su a sedere accorgendomi che Martina non era nel suo letto.
ovvia! o vediamo ndo sono finita, di sonnanbulismo non soffro, sicchè...



Andai alla porta del suo bagno e bussai. Bussai a vuoto. Non era mai successo che mi svegliassi senza trovarla in camera e dubitavo che fosse già andata a colazione, non scendevamo mai da sole.
eh non te la prendere a male ma sai, la fame è brutta, in casi di emergenza mangio anche da sola




Avevo tutto il tempo di farmi anche la doccia, la colazione veniva servita fino alle dieci e mezza.
scusami ma siamo a scuola o al four season?



Aspettai la mia amica fino alle dieci, poi scesi sperando di trovarla nella Sala Grande.
-Buongiorno!- Questo era Bill che apriva le nostre discussioni giornaliere.
-Buongiorno Bill!- Risposi prima di prendere un muffin al cioccolato con granelle di zucchero sopra.
io l'avrei fatto dopo, l'umore è sempre migliore di che era prima quando si ha lo stomaco pieno u.u



-Come stai, tesoro?-
Quasi rovesciai la tisana fuori dalla tazza, facendo fare un gran chiasso al piattino per evitare che cadesse tutto.
-Abbastanza bene, sono sveglia da poco e ho ancora un gran sonno. Tu come stai?-
-Tutto bene, hai fatto tardi ieri sera?-
ste domande ormai le evita anche la mamma , gliele va a fare lui! ma dimmi te!



-Si, Martina è rimasta a dormire da me e siamo rimaste sveglie fino a tardi.-
cugy piano con le parole che se legge quell'altro poi si fa strane idee e gli si rizza la bandiera



Sicuramente non potevo e non dovevo raccontargli tutta la verità. Non ora per lo meno, non ero sicura di come l'avrebbe presa. Non ero nemmeno sicura che un legame vero tra noi potesse nascere.
gioia se stai ragionando con il cervello sei pregata di spengerlo


Forse era meglio dirlo subito, non volevo che si innamorasse perdutamente di me per poi non essere in grado di stare insieme. Forse dovevo prima parlare con Ninfa e chiedere chiarimenti.
-Beh, mi fa piacere. Sei stata bene ieri pomeriggio?-
-Cavoli si! Sono stata benissimo!-
-Sono contento, sono stato benissimo anche io. Allora, per stasera?-
-Ci siamo, sia io che Martina. Ho saputo che Tom l'ha invitata.-
-Si, le ha chiesto di venire. Ogni tanto fa il gentiluomo anche lui ahahah-
eddie un s'abbia a sbilanciare troppo!



-Ma no dai, è una brava persona in fondo. È un po' vivace, ma è buono.-
e ci garba così!



-Già, perché lo conosci da una settimana.-
nsomma tra tutti e due fanno altro che mettersi in buona luce a vicenda



Stavo rispondendo al messaggio, quando sentii uno spostamento d'aria accanto a me.

detta così non sembra una cosa "profumata"


«Hey, che stai facendo?» Mi voltai e alzai lo sguardo verso Martina.
«Ma buongiorno eh! Stavo rispondendo a Bill. Tu piuttosto, si può sapere dov'eri finita?»
«Ero in biblioteca a fare qualche ricerca, giusto per mettermi un po' avanti. Non volevo svegliarti così presto, poi sono tornata in stanza e non c'eri. Automaticamente ho pensato che fossi qui ad abbuffarti senza di me.»
grave reato! se lo faccio io ok, ma che lo facciano gli altri no eh!



Si sedette e, dopo aver appoggiato i fogli appena stampati, prese un muffin ripieno di crema.
con la marmellata di albicocche non c'è ?Q.Q



«Scusa, mi sono svegliata e non ti ho vista. Pensavo di trovarti qui, non di certo a fare delle ricerche in biblioteca.»
l'ho belle detto, noi due a pensare siam pericolose, è meglio se si smette!



«Eh no, ero proprio lì! Allora, che dice Bill?» Si versò anche del tè alla pesca e prese a girare il cucchiaio per farlo raffreddare.
«Dice che... Boh, niente. Mi ha dato il buongiorno, mi ha chiesto come sto, come sono stata ieri pomeriggio e bon, adesso stiamo parlando di Tom.»
vi siete mandati 40 messaggi e non vi siete detti un cappero, complimenti davvero, se volessi consigli su come sputtanare soldi a josa vengo da voi tranquilla....comunque l'argomento mi piace



«Hey! Il mio Tom?»
addirittura! una volta che l'ho visto ed è già mio. sti cazzi


Disse poco prima di sorseggiare attentamente per non scottarsi.
molto chiccosa la cosa *-*



«Il tuo Tom, si. Gli ho detto che è una brava persona e lui ha detto che lo dico perché lo conosco da una settimana.»
come rincuorare la gente



«Effettivamente è un po' logorroico, però mi ci trovo bene, è gentile e mi fa ridere.»
si vabbè detto da una che per farla parlare ci vuole un aiuto dal cielo , proprio bella come battuta



«Ti ha baciata?»
è quello che vorrei sapere anche io!


Quasi sputò il boccone di muffin alla crema e tè che aveva in bocca,
cugy, così mi ammazzi...e mi sciupi il momento colazione chiccosa


ma si sforzò di mandarlo giù e di ridurre i colpi di tosse.
certo, non sia mai che spreco qualcosa (in realtà sono abbastanza schizzinosa)



«Che cavolo di domanda è?»
ehhh questa sa di risposta omessa!



«E' una semplice domanda per sapere se ti ha baciata oppure no!»
«Bill ti ha baciata?»
«Ma che c'entra? Te l'ho chiesto prima io!»
si va sulla lite! attenzione!



«Rispondi prima tu.» Mi guardò con un ghigno che stava ad indicare -Tanto già lo so che lo ha fatto-.
ma giusto per il gusto di sentirselo dire ho deciso di rompere un po le pelotas



«Si, mi ha baciata, ok? Ora dimmelo tu!»
vediamo i che mi invento ora eh



«Waaa lo sapevo!! E com'è stato? Bacia bene? E il piercing?»
«Occazzo il piercing. No, comunque di lingua non ne ho sentita.
E, beh, da quel poco che c'è stato posso dirti che, si, bacia benissimo! E, ommioddio, Bill Kaulitz mi ha baciata sul serio ed è stato bellissimo e io avevo i brividi e poi mi ha guardata e abbiamo riso perché eravamo felici, cioè, io ero davvero felice ma anche lui lo era. Oddio è troppo bello!!!»
«Ok, stop. Stop per favore. Hai finito?»
probably not .-.

«Si, credo di si.»
«Ok, comunque no, Tom non mi ha baciata.» Ci lessi un velo di dispiacere nella sua voce, ma sapevo che presto, se non addirittura quella sera stessa, lo avrebbe fatto anche lui.

Dopo colazione ci preparammo molto meglio di come avevamo fatto appena sveglie e partimmo per andare a pranzo da mamma. Effettivamente si, potevamo anche stare a dormire a casa la sera prima, ma non l'avevamo avvisata e di certo non volevamo che si scomodasse per così poco. Poi comunque guidare la macchina di Dorothy era un tale spasso!!
Alle due e mezza in punto, non per questo sono tedeschi,
quelli puntuali sono gli svizzeri, e poi ricordati che potevano anche essere del paese più puntuale del mondo, ma sono sempre loro due!



arrivarono Bill e Tom e mamma era così ansiosa di conoscerli. Non potevo non farli entrare. Ma lei iniziò a parlare e offrire caffè e dolci, tanto che dovetti fermarla io.
«Mamma, scusa, ma ora dobbiamo proprio andare se no loro fanno ritardo e penso che debbano andare a prendere anche gli altri due a Berlino. Quindi ci vediamo stasera, ok?»
«Ok tesoro, divertitevi!»
«Grazie!» Le stampai un caloroso bacio sulla guancia e sentii tutto l'amore di una mamma fiera della propria figlia. Voglio dire, dopo quattro anni non avrebbe più dovuto sentirsi ripetere ogni minuto -Ma io voglio Bill Kaulitz!!!- come una bambina.
Non era un modo tanto carino di presentarsi in macchina, ma Georg e Gustav erano totalmente l'incontrario di come me li ero aspettati. Georg mi era parso enorme e Gustav parlava, parlava davvero!! E poi era morbido come un orsetto. Non mi sembrava vero di stare lì in mezzo, in mezzo a loro, in mezzo a quelle quattro persone che per me erano tutto. Si, credo che mi ci sarebbe voluto parecchio tempo per abituarmi all'idea di vederli tutti i giorni.
Il negozio di cd in cui si sarebbe tenuta la sign session era dall'altra parte di Berlino e comunque sia, il piccolo piazzale davanti era pieno di ragazze urlanti ed emozionate che non vedevano l'ora di vederli scendere da quell'auto.
«Bill, aspetta.» Gli presi il braccio mentre Gustav e Georg stavano già scendendo.
«Che è successo?» Si avvicinò per sentirmi meglio, dato che sussurravo!
«Ehm...Devo scendere anche io? Con voi?»
«Si, tu e Martina. Venite con noi.» Disse lui senza preoccupazioni.
Sentivo un groppo in gola e la paura dilagarsi dentro tutto il mio corpo. Avevo accettato di andare lì, assieme a lui, ma non immaginavo che ci sarebbero state così tante persone. Questo comportava uscire allo scoperto dopo solo una settimana, forse non ero pronta, non avevo pensato alla paura quando avevo accettato di seguirlo.
«Ma... Ma io ho paura, Bill.»
«E' normale.
oh marialuce è normale! è normale, normalissimo



Anche noi abbiamo paura, ogni volta che dobbiamo incontrarvi, ogni volta che dobbiamo fare qualcosa per voi abbiamo paura.
oddio non ha tutti i torti, se uno di loro s'azzarda a mischiarsi alle fan non ne esce vivo


Ma la facciamo, perché sappiamo che vi rende felici. E' normale aver paura.»
«Ma questa è una paura diversa, è una paura di tutte quelle là fuori.»
«Non possono farti del male, sei protetta. Ci sono io,
ma vai via vai che basta spezzarti un unghia per stenderti


ci sono Tom, Georg e Gustav e ci sono anche tantissimi uomini della sicurezza. Non ti salteranno addosso, dico davvero.» Accennò una risata all'idea che un centinaio di ragazze gelose ed invidiose potessero scaraventarmi per terra. Io non gli risposi, non ero così sicura di volerlo fare. Bill continuò, cercando di convincermi. «Non voglio obbligarti, posso chiedere ad uno di loro di farti compagnia qui in macchina o al massimo di farti entrare dal retro e restare nello stanzino. Ma non sai cosa ti perderai se sceglierai di restare là dietro, sono sicuro che ti divertirai. E non sei sola, c'è anche Martina. Pensi che lei non sia terrorizzata al tuo stesso modo? È la prima volta anche per lei, o no?»
tsè, gioia, ma mi hai vista? io lo faccio tutti i giorni



«Già, hai ragione. Sono terrorizzata, ma prima o poi dovranno vederci insieme.»
«Brava! Così ti voglio, convinta e sicura. Se la tua paura sono quelle ragazze, beh, devi solo pensare che tu sei qui e loro no!»
«Bill!!» Lo rimproverai, non pensavo potesse dire una cosa del genere con così cattiveria.
«Dì che non lo pensi anche tu!» Alzò il sopracciglio come solo lui sapeva fare.
«No...» Lasciai la frase in sospeso, effettivamente lo pensavo eccome!
«Ah, risposta sbagliata!»
Il mio auto convincimento scese di nuovo quando il bodyguard si sporse all'interno dell'auto per dirci che dovevamo sbrigarci.
«Tranquilla, ok? Sei pronta?»
«Credo... Credo di si.» Per niente, non lo ero per niente, quelle sembravano delle tigri a cui non davano da mangiare da giorni.
«Allora facciamolo! Dammi la mano.» Aprì il palmo della sua, magra e liscia, e io ci appoggiai la mia intrecciando le dita. Inaspettatamente mi stampò un bacio sulle labbra, che mi tranquillizzò un po' di più di quanto avessero fatto le sue parole, poi strisciò sul sedile tirandomi dietro di sé. Appena lui ebbe toccato terra con i piedi si scatenò l'inferno, ma quando i miei occhi mi riportarono alla realtà, là fuori si stava consumando la Terza Guerra Mondiale. Urla e versi strani e parole di odio tutte per me. Ma dov'era Martina?! Se era arrivata incolume lei, potevo farcela anche io.
Bill non si soffermò a fare autografi, li avrebbe firmati tutti dopo e credo che non si fosse fermato neanche un secondo per via della mia stretta micidiale che gli stava torturando la mano.
Le urla si attutirono di colpo quando fummo risucchiati all'interno del negozio. Almeno venti minuti furono dedicati al trucco e ai capelli dei quattro, si sistemarono i vestiti e aggiunsero due sedie dietro alla tavola coperta da una tovaglia di carta rossa, con sopra pennarelli, volantini e bottigliette d'acqua.
Le ragazze che avevano atteso fuori furono fatte entrare, così che le urla tornarono a martellarci i timpani.
«Tra cinque minuti entrate!» Ci urlò l'assistente che, da quanto avevo capito, avrebbe sostituito David.
«Bill, non credo di voler entrare.»
«Perché no?» Disse, visibilmente dispiaciuto.
«Perché adesso non ci sono barriere a tenerle ferme. Quelle saltano sul tavolo e mi mangiano la faccia.»
«Tranquilla tesoro. Guarda Martina, è calmissima!»
gioia si chiama inespressività da shock



«Ma se quella è più terrorizzata di me!!»
«Povere piccole!» Esclamò con un sorriso sarcastico.
«Bill, piantala! Almeno posso sedermi vicino a lei?»
L'assistente ci prese in gruppo e ci spinse ad entrare, con un gesto automatico gli strinsi la mano e mi lasciai trascinare.
Volevo scappare, urlare di stare zitte, volevo tornare al nostro parco e goderci solo il rumore dei nostri baci.
Slittai fino a sedermi accanto a Martina, Bill mi aveva fatta passare per prima apposta, poi mi si sedette di fianco. Sotto al tavolo, io e la mia amica ci stringevamo la mano. Guardandoci meglio, eravamo sedute proprio al centro.
Si avvicinò la prima ragazza, poi la seconda, la terza, la quarta e tutte le altre presenti. Per un'ora e mezza non ci avevano risparmiato occhiate buie di odio e di disprezzo,
scoccia eh!!!!




sorridevano ai loro quattro idoli ma sui loro volti c'erano lievi segni di delusione. Io e Martina comunque avevamo cercato di risultare le più normali possibili, facendo i nostri soliti discorsi e cercando di tenerci lontane dalle macchine fotografiche, per quanto potesse essere facile. Quella sera le nostre foto alla sign session di Berlino del 21 novembre 2010 avrebbero fatto il giro del mondo, saremmo finite sulle copertine delle più importanti riviste tedesche e nel giro di poche settimane l'intero pianeta sarebbe stato a conoscenza dei due nuovi flirt dei gemelli Kaulitz,
oh piano, quella nei guai tu sei te, io ancora non ho fatto nulla di compromettente u.u


anche i pinguini dell'Antartide
kowalski!


e i lemuri del Madagascar avrebbero parlato di noi.
Non male come cambio improvviso di vita. Peccato che io non volevo assolutamente essere conosciuta in tutto il mondo.
O forse si?



***


ancora ti preeeeeeeeeego Q.Q I CANT WAIT! TT.TT
 
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.S t e r n.
view post Posted on 3/6/2011, 23:17




Io semplicemente ti amo ç_____ç
Mi hai fatto fare la pipì addosso dal ridere e adesso a mamma le tocca di pulire image

Mi metto a scrivere subito il 31 <3
 
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2 replies since 3/6/2011, 16:47   58 views
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